La diversità è il razzismo

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero sia libero, gli uomini siano gli uni diversi dagli altri e non vivano in solitudine… a un tempo in cui la verità esista e non sia possibile disfare ciò che è stato fatto: dall’età dell’uniformità, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del bipensiero… Salve!”

George Orwel

Secondo la bibliografia il razzismo era una teoria anti-umanistica, una teoria della violenza, una teoria che definisce una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro. Il tedesco Johann Friedrich Blumenbach (11.5.1752-22.1.1840), antropologo, fisiologo e naturalista era il primo che sosteneva la teoria di razzismo. Per esempio leggiamo in Wikipedia: L’atteggiamento di discriminazione razziale su base pseudo-scientifica fu rafforzato dalle guerre indiane, per giustificare il genocidio, protratto per decenni, delle popolazioni pellerossa per sottrarre loro le terre: gli indiani non erano “davvero” esseri umani, e quindi nemmeno a loro si applicavano le considerazioni “umanitarie”. La conquista del continente americano portò a un totale di morti indigeni che secondo le stime più recenti oscilla tra i sessanta ed i cento milioni, di cui venti milioni durante le guerre indiane nel Nord America. 

Queste cifre lo eleggono tristemente come il più grande genocidio nella storia dell’umanità. L’efficienza dello sterminio indiano americano portò Adolf Hitler a citarlo come esempio pratico per la soluzione finale fin nella prima edizione del Mein Kampf (la mia battaglia), manuale e base ideologica dell’ideologia Nazionalsocialista. Nell’America coloniale, ancor prima che la schiavitù coloniale divenisse completamente basata su basi razziali, gli schiavi di origine africana erano usati a fianco degli schiavi bianchi, di solito vincolati alla condizione servile da contratti con una scadenza determinata, in gran parte firmati per pagare le spese di trasferimento nel Nuovo Mondo. Alla scadenza di tali contratti gli europei che erano sopravvissuti recuperavano la libertà (non era previsto che i neri potessero recuperare la libertà alla scadenza di un certo periodo di tempo).

La distopia razzista dagli anni Novanta fino a oggi ha passato molti stadi. Oggi ci sono voci che parlano di razzismo che esiste alla razza Bianca. Uno dei più famigerati è il “Manifesto del genocidio dei bianchi” di neo-nazista David Lanes fondatore dell’organizzazione terroristica suprematista bianca “The Order”. (White Genocide Manifesto.1995). Qui leggiamo che ci sono centri che vogliono “imbastardire, sopraffare e sterminare la razza Bianca.” Il genocidio bianco è una teoria di neonazismo. 

Molti hanno parlato di genocidio bianco come David Duke, Renaud Camus, ecc. Il giornalista Charles M. Blow ha parlato di ansia della scomparsa bianca. Però dopo la morte di George Floyd molti erano quelli che si volevano fare atto la teoria d’ intento di distruggere la cultura europea bianca. Si buttano giù le statue come di Winston Churchill in Gran Bretagna e Cristoforo Colombo negli Usa. Però una statua è il contributo “culturale”. La storia debba essere spiegata ed interpretata, anche un personaggio storico. Abbiamo un “razzismo inverno”? Com’è successo in Australia quando una donna bianca di 15 anni è stata gravemente picchiata da estremisti neri. (16 giugno 2020 https://twitter.com/i/status/1272941277756170242). Il razzismo ha sempre molte persone, però la civiltà è fuori dal razzismo questo dobbiamo pensare sempre.

Apostolos Apostolou 

Scrittore, Professore di Filosofia

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